Jobs Act: approvati gli ultimi 4 decreti legislativi
Il Consiglio dei ministri – nella seduta del 4 settembre 2015 – ha approvato altri 4 decreti legislativi sul Jobs Act (Legge delega n. 183 del 10 dicembre 2014).
In particolare i decreti riguardano i seguenti argomenti:
1. la semplificazione dell’attività ispettiva in materia di lavoro ;
2. il riordino dei servizi per il lavoro e le politiche attive ;
3. la semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese ;
4. il riordino degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro
Elenchiamo alcune novità, rimandando al sito del Governo per gli approfondimenti sull’argomento.
Ispettorato Unico
Il primo decreto legislativo prevede l’istituzione dell’Ispettorato nazionale del lavoro.
Con l’introduzione dell’Ispettorato Unico ci si propone di razionalizzare, semplificare e soprattutto migliorare la performance dell’attività ispettiva.
Per questo motivo l’Ispettorato definisce tutta la programmazione ispettiva e le specifiche modalità di accertamento e detta le linee di condotta e le direttive di carattere operativo per tutto il personale ispettivo (compreso quello in forza presso INPS e INAIL).
Riordino dei Servizi per il lavoro
Viene istituita una Rete Nazionale dei servizi per le politiche del lavoro, coordinata dalla nuova Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL) formata dalle strutture regionali per le Politiche attive del Lavoro, dall’INPS, dall’INAIL, dalle Agenzie per il lavoro e dagli altri soggetti autorizzati all’attività di intermediazione, dagli enti di formazione, da Italia Lavoro, dall’ISFOL (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori) nonché dal sistema delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, dalle università e dagli altri istituti di scuola secondaria di secondo grado. L’istituzione dell’ANPAL avverrà senza nuovi oneri a carico della finanza pubblica. Tutte le risorse necessarie al suo funzionamento saranno infatti trasferite dal Ministero del lavoro e dall’ISFOL, dei quali sarà effettuata una conseguente riorganizzazione.
Il Ministero del lavoro fisserà linee di indirizzo triennali ed obiettivi annuali in materia di politiche attive e definirà i livelli minimi che le prestazioni devono avere su tutto il territorio nazionale.
Il Ministero del lavoro controllerà quindi il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni su tutto il territorio nazionale e monitorerà le politiche occupazionali.
Sarà istituito un Albo nazionale dei soggetti accreditati a svolgere funzioni in materia di politiche attive del lavoro, un Sistema informativo delle politiche del lavoro e il fascicolo elettronico del lavoratore.
L’obiettivo è quello di valorizzare la collaborazione tra soggetti pubblici e privati e di rafforzare le capacità di incontro tra domanda e offerta di lavoro.
L’introduzione del Sistema informativo e del fascicolo elettronico del lavoratore mirano ad una migliore gestione del mercato del lavoro e del monitoraggio delle prestazioni erogate.
Per semplificare gli adempimenti per i datori di lavoro, inoltre, si prevede che le comunicazioni di assunzione, trasformazione e cessazione dei rapporti di lavoro dovranno essere effettuate in via telematica.
Tutte le informazioni contenute nel Sistema informativo saranno messe a disposizione delle Regioni e delle Province.
Infine un aspetto interessante riguarda il riordino della normativa in materia di incentivi all’occupazione con la previsione della istituzione, presso l’ANPAL, di un Repertorio nazionale degli incentivi all’occupazione. Vengono definiti i principi generali di fruizione degli incentivi per garantire un’omogenea applicazione; si provvede alla razionalizzazione e al rifinanziamento di quelli finalizzati a promuovere i contratti di apprendistato per la qualifica, il diploma e la specializzazione professionale, di alta formazione e ricerca e l’alternanza scuola lavoro.
Ammortizzatori
Il decreto rende strutturale la NASpI a 24 mesi per sempre. La NASpI, la nuova indennità in vigore dal 1 maggio 2015, è uno dei sussidi di disoccupazione più inclusivi d’Europa: oltre il 97% degli assicurati la ottiene, se perde il lavoro. Rispetto alle indennità precedenti (ASpI e miniASpI), il 70% dei beneficiari ottiene una prestazione che dura almeno un mese in più rispetto a quanto accadeva prima.
Il decreto inoltre rende strutturali (cioè finanzia per sempre) altre importanti misure di politica sociale: le misure di conciliazione dei tempi di cura, di vita e di lavoro, tra le quali l’estensione del congedo parentale; l’assegno di disoccupazione (ASDI), che fornisce un reddito sino a 6 mesi ai beneficiari di NASpI con figli minori o ultra 55enni che esauriscono il sussidio senza avere trovato lavoro e hanno un ISEE inferiore a 5.000 euro all’anno; il fondo per le politiche attive del lavoro.
Per quanto riguarda la Cassa integrazione ordinaria (CIGO), il decreto prevede una semplificazione delle procedure di autorizzazione, con l’abolizione delle commissioni provinciali e l’autorizzazione dei trattamenti direttamente da parte dell’INPS.
Per quanto riguarda la Cassa integrazione straordinaria (CIGS), sono introdotte varie semplificazioni tra cui ricordiamo la certezza dei tempi in base alla quale la CIGS partirà 30 giorni dopo la domanda e sarà possibile richiederla per tutto il periodo necessario (direttamente 24 mesi per riorganizzazione).
Semplificazioni per cittadini e imprese
Subisce una razionalizzazione e semplificazione l’inserimento mirato delle persone con disabilità, con l’obiettivo di superare i problemi di funzionamento che la disciplina finora vigente ha evidenziato.
I datori di lavoro privati, per esempio, potranno assumere i lavoratori con disabilità mediante la richiesta nominativa. Inoltre, tutte le comunicazioni in materia di rapporti di lavoro, collocamento mirato, tutela delle condizioni di lavoro, incentivi, politiche attive e formazione professionale saranno effettuate esclusivamente in via telematica mediante modelli semplificati.
Per i lavoratori del settore privato, il decreto introduce ipotesi di esenzione dal rispetto delle fasce di reperibilità in caso di malattia, così come già avviene per i lavoratori del settore pubblico.
Assistiamo infine alla revisione della disciplina dei controlli a distanza del lavoratore, con un intervento sull’art. 4 dello Statuto dei lavoratori per adeguare la disciplina all’evoluzione tecnologica.
Novità in materia di dimissioni
Attraverso la nuova disciplina i lavoratori intenzionati a rassegnare le dimissioni o a risolvere consensualmente il rapporto di lavoro, dovranno farlo esclusivamente con modalità telematiche su appositi moduli resi disponibili dal Ministero del Lavoro attraverso il sito istituzionale.
Le stesse dovranno poi essere trasmesse al datore di lavoro e alla Direzione territoriale competente.
L’invio dei moduli potrà anche avvenire per il tramite di patronati, organizzazioni sindacali, enti bilaterali e commissioni di certificazione. Con il mancato utilizzo dei moduli ministeriali si determina l’inefficacia delle dimissioni o della risoluzione consensuale.
Per maggiori approfondimenti sull’argomento visita la sezione dedicata sul sito del Governo