Le nuove forme di occupazione in Europa
Lo scorso 12 marzo 2015 Eurofound, la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, ha pubblicato New forms of employment .
Il documento è il frutto di un’ indagine sulle nuove forme di occupazione sviluppatesi negli ultimi 15 anni in Europa. Secondo Eurofound, infatti, in tutti i paesi dell’Unione si stanno affacciando nuove forme di occupazione che differiscono in diversi modi dal tradizionale lavoro convenzionale o non convenzionale. Lo studio si sofferma anche su alcune forme di lavoro già utilizzate nel nostro Paese, come ad esempio il lavoro accessorio o intermittente.
In Europa si registrano continui cambiamenti in termini sia sociali che economici. Le aziende richiedono sempre più flessibilità ai lavoratori e questi ultimi si aspettano di trovare altrettanta flessibilità nei datori di lavoro. Questi sviluppi, secondo Eurofound, sarebbero alla base della nascita di nuove forme di occupazione che hanno trasformato il tradizionale rapporto “uno a uno” tra datore di lavoro e dipendente.
Quali sono le caratteristiche delle nuove forme di lavoro appena citate? In verità le informazioni a nostra disposizione sono ancora poche e incomplete per questo, Eurofound ha realizzato una mappatura a livello europeo per individuare quali sono le tendenze emergenti nei Paesi dell’Unione. La mappatura è servita a classificare nove tipi di nuove forme di occupazione o di crescente importanza, che nel documento sono state analizzate individuando i principali vantaggi e punti di debolezza. L’obiettivo finale è quello di consegnare ai decisori politici e agli stakeholders un quadro più o meno completo per bilanciare le richieste del mercato del lavoro con le richieste di protezione sociale.
Eccole nel dettaglio:
codatorialità: il lavoratore è assunto congiuntamente da un gruppo di datori di lavoro per soddisfare le esigenze di risorse umane di più imprese;
lavoro ripartito: il datore di lavoro assume due o più lavoratori affinché occupino congiuntamente una posizione specifica, combinando due o più lavori a tempo parziale per garantire la prestazione lavorativa a tempo pieno;
gestione temporanea: esperti altamente qualificati sono assunti a tempo determinato per un progetto specifico o per risolvere un determinato problema, integrando in tal modo le capacità esterne di gestione nell’organizzazione del lavoro;
lavoro occasionale: il datore di lavoro non è obbligato a fornire regolarmente lavoro al lavoratore, ma ha la flessibilità di avvalersi delle sue prestazioni all’occorrenza;
telelavoro mobile: svolto tramite dispositivi TIC, in cui i lavoratori possono svolgere il loro lavoro da
qualunque posto in qualsiasi momento, grazie alle moderne tecnologie;
lavoro tramite voucher: il rapporto di lavoro si basa sul pagamento dei servizi attraverso un voucher acquistato da un ente autorizzato che copre sia la retribuzione che i contributi della previdenza sociale;
lavoro su portafoglio: il lavoratore autonomo lavora per un ampio numero di clienti, svolgendo lavori su piccola scala per ciascuno di essi.
lavoro collettivo: una piattaforma online mette in contatto datori di lavoro e lavoratori, spesso prevedendo la suddivisione e la ripartizione di compiti più vasti tra una “nuvola virtuale” di lavoratori;
lavoro collaborativo: i lavoratori freelance, i lavoratori autonomi o le microimprese collaborano per superare le limitazioni poste dalle dimensioni e dall’isolamento professionale.
Per approfondimenti:
Scarica il documento New forms of employment
Scarica la sintesi dell’Indagine
Visita il sito di Eurofound